EcoSolar

Pannelli solari, boom di furti

16.09.2009 09:08

(da Repubblica) Le centinaia di denunce in tutta Italia nel 2008 mostrano un fenomeno in crescita. I ladri colpiscono nelle abitazioni private, ma anche in scuole e centrali dell'Enel.

Solare o fotovoltaico, il pannello piace sempre più. Soprattutto ai ladri. Nel 2008 le denunce per furti di strutture destinate alla produzione di energia rinnovabile sono state centinaia in tutta Italia, per un valore complessivo della refurtiva pari a oltre cento milioni di euro. E le stime parlano di un fenomeno in crescita anche per il 2009.

Ne sa qualcosa un - romantico - installatore di Signa, vicino Firenze. A fine luglio si trovava a passare dalle parti del suo primo impianto fotovoltaico (che non si scorda mai), un'abitazione privata il cui tetto era stato ricoperto di pannelli. Quando, con sgomento, l'elettricista ha visto i tetti di casa nudi e opachi ha fatto subito una telefonata al vecchio cliente, dandogli in anteprima la brutta notizia. A seguire è arrivata la denuncia ai carabinieri, e ora sono in corso le indagini per scoprire dove sono finiti quei centoventi moduli, e soprattutto quei centomila euro investiti nel risparmio energetico.

Stessa angosciosa attesa nel piccolo comune di Bene Vagienna, in Provincia di Cuneo. Lì, tra fine agosto e inizio settembre, qualcuno ha fatto sparire dalla scuola elementare A. Carena ben ottantasette pannelli, alti un metro mezzo l'uno. Il mutuo acceso dall'amministrazione comunale resta tutto da pagare: e chi ci pensava a fare un'assicurazione contro il furto?

Il furto dei furti risale al 2007, quando settemila pannelli della centrale elettrica Enel di Serre, vicino a Salerno, si volatilizzarono. A quel tempo ci si muoveva soprattutto per grossi malloppi. Negli ultimi tempi, invece, la raccolta si è fatta più capillare, i ladri si sono organizzati in piccole squadre d'assalto che puntano siti dotati di un capitale medio, tra i cinquanta e i centocinquanta pezzi.

La più grande retata di ecoladri finora registrata in Italia è stata quella dello scorso febbraio: diciannove persone arrestate dalla Squadra Mobile di Matera al termine dell'Operazione Kyoto, lunghi mesi di indagini per una banda che aveva depredato impianti solari e fotovoltaici in tutto il Sud, arrivando a totalizzare un bottino di circa sei milioni di euro. La banda del pannello operava con grande efficienza smontando in una sola notte un centinaio di moduli, che venivano immediatamente spediti via furgone nel Nord Africa.
Nei Paesi nel Maghreb la domanda di energia a basso costo sale a dismisura di anno in anno. E il mercato nero fa affari d'oro: un pannello (che in Italia costa 700 euro) viene ceduto a circa 200 euro. Del resto, in Italia, i pannelli rubati sono inservibili. Quando vengono allacciati per la prima volta alla rete elettrica, il gestore assegna loro un codice di riconoscimento che li marchia per sempre. Se si tentasse di riallacciarli, verrebbe subito identificati. Magra consolazione? No, si può fare qualcosa di più. L'Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) ha brevettato il Pv-Guardian, un vero e proprio antifurto che oltre a inibire il funzionamento del modulo in caso di spostamento non autorizzato è in grado di inviare un segnale per localizzare la posizione.

Il dispositivo rileva infatti le coordinate geografiche di un'eventuale nuova installazione grazie all'applicazione del Global Position System-GPS, tramite una scheda laminata che è parte integrante del pannello fotovoltaico, assolutamente impossibile da rimuovere (se non distruggendolo). Un altro sistema di protezione, progettato e realizzato da MARSS srl, è il Solar Defender, basato su sensori ottici applicati direttamente sul pannello. Attraverso un sofisticato algoritmo, il sensore rileva e segnala immediatamente ogni tentativo di strappo, rimozione, mascheramento e manomissione sia del singolo pannello che dell'intero impianto.

Eppure, a volerla trovare, la buona notizia c'è. Secondo stime riportate dall'Enea, i furti di pannelli si aggirano sul 6% del venduto totale. Quindi sappiamo che diverse aree a economia (ed ecosistema) assai fragile si stanno dotando di sistemi energetici puliti. Origine a parte.

 

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